Gianni De Luca (Gagliato, 27 gennaio 1927 – Roma, 6 giugno 1991) è uno dei Maestri del fumetto italiano.
Esordisce nel 1946 sulle pagine de il Vittorioso con Il guercio sconfitto (testi di Trotteri) a cui seguiranno Anac il Distruttore e Il cantico dell’Arco (testi di Danilo Forina); Il Mago Da Vinci (testi di Piero Selvatico); Prora vichinga, L’Impero del sole, La sfinge nera e Il tempio delle genti (testi di Raoul Traverso); Rasena e Gli ultimi della Terra (testi di Renata Galardini). Tra il 1957 e il 1969 per il settimanale il Giornalino illustra moltissime copertine, le Storie della Bibbia poi pubblicate nel volume La più grande storia mai raccontata, il serial western Bob Jason (testi di Mario Basari) e il fantastorico L’ultima Atlantide, nuovamente sui testi della Gelardini.
Nel 1970, sempre per il Giornalino, crea insieme a Gianluigi Gonano la straordinaria serie del commissario Spada, che realizzerà fino al 1982: «Uno dei vertici della narrazione a fumetti italiana e internazionale per le innovazioni portate nel linguaggio del fumetto e la complessità della trame e dei personaggi.»
Tra le altre sue storie per lo stesso settimanale, ricordiamo la comica Non fumar la dinamite (testi di Basari), due biografie di Totò e Marilyn Monroe (su testi di Marco Di Tillo), l’apologia de Alla scoperta del pianeta Terra (con un soggetto basato su lettere mandate dai lettori), gli adattamenti de La Tempesta, Amleto e Romeo e Giulietta di William Shakespeare (testi di Traverso), Il giornalino di Gian Burrasca (testi di Claudio Nizzi) e de La freccia nera (testi di Paola Ferrarini), i romanzi a fumetti Avventura sull’Orinoco (testi di Roberto Del Pra’), Paulus (testi di Don Tommaso Mastrandrea in coppia con la Gelardini) in cui gli Atti degli Apostoli si intrecciano con la trasposizione fantascientifica della conversione al cristianesimo di Paolo di Tarso, e l’incompiuto I giorni dell’impero (su testi di Mauro Cominelli) ambientato nella Roma del I secolo d.C. che venne comunque pubblicata postuma su il Giornalino, nonostante l’ultima puntata avesse tavole non ancora inchiostrate, ma comunque definite, lasciate dall’autore.