WERTHER DELL’EDERA

IN MOSTRA ALL’ARF!









I segni ruvidi, potentissimi, che scolpiscono il bianco e il nero nell’arte di Werther Dell’Edera, saranno per la prima volta in mostra nella Capitale durante i tre giorni di ARF! Festival!


MATTATOIO è il racconto visivo di un artista che ha ottenuto i più importanti riconoscimenti internazionali mettendo in scena l’amore, la violenza, il dolore, la bellezza e il terrore, grazie a uno stile che unisce suggestioni giapponesi e americane pur restando sempre fortemente europeo.


Sapevamo che SOMETHING IS KILLING THE CHILDREN sarebbe stato un horror, ma avrebbe richiesto anche molta azione e attenzione verso i drammi umani. Ci sono molti artisti che riescono a cogliere perfettamente alcuni di questi aspetti, ma non quel perfetto punto d’incontro che cercavamo per far funzionare la storia. Allora il mio editor mi ha inoltrato un’ultima serie di tavole di diversi artisti. Il lavoro di Werther Dell’Edera si è distingueva tra tutti dal primo momento in cui l’ho visto. Mi sono innamorato di quanto fossero espressivi i suoi personaggi, cosa che sapevo sarebbe stata cruciale per la storia che avevo in mente.
Non puoi realizzare un fumetto horror se non riesci a rappresentare veramente la paura di un personaggio. (…) Ad oggi, non credo che la serie avrebbe avuto il successo che sta avendo se Werther non avesse inventato proprio quella bandana per Erica Slaughter, trasformandola immediatamente in uno dei personaggi più iconici di questi anni. Werther Dell’Edera è, molto semplicemente, uno dei migliori disegnatori di fumetti al mondo, e sono incredibilmente onorato di poter lavorare con lui.



— dall’introduzione alla mostra,
firmata da James Tynion IV





Un’occasione unica per poter ammirare dal vivo le sperimentazioni pittoriche legate ai tokusatsu (Ultraman) e al mondo dei supereroi (Batman), la rivoluzione del linguaggio del fumetto popolare passata per il suo lavoro in Sergio Bonelli Editore (Orfani, Dylan Dog) fino ad arrivare alla consacrazione mondiale ottenuta con la serie Something is Killing the Children, creata insieme a James Tynion IV e campione di vendite in procinto di diventare un serial televisivo, prodotto da Netflix e realizzato dagli autori di Dark.
L’arte di Werther Dell’Edera è in mostra all’ARF!, il Festival del Fumetto al Mattatoio di Roma dal 12 al 14 maggio 2023




👇👇👇
L’autore incontrerà il pubblico nei tre giorni di ARF! e sarà presente in




Werther Dell’Edera

Una presentazione in prima persona

Mi chiamo Werther Dell’edera e disegno fumetti.
Faccio il disegnatore da 22 anni e incredibilmente non sono morto di stenti. Ma andiamo con ordine. Sono nato a Bari nel 1975. Per un periodo, Peppe Barbati mi ha ospitato nel suo studio, lui sapeva a cosa andava incontro e io non lo ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che ha fatto e mi ha insegnato. Dopo quella parentesi fantastica, ho passato diverso tempo tribolando tra studi e tavole di prova che andavano male, invariabilmente. Facevo prove per la Bonelli, per Il Giornalino, per Lazarus Ledd, e ogni volta la sola cosa che ottenevo era un buco nell’acqua. Stanco di non ottenere i risultati sperati, iniziai a lavorare in aeroporto a Bari, per guadagnare qualche soldo come commesso presso una ditta che gestiva i duty paid e i duty free. Periodo interessante. Fortunatamente non smisi mai di disegnare e finalmente qualcosa iniziò a muoversi grazie al gruppo Innocent Victim, nelle persone di Matteo Casali, Giuseppe Camuncoli, Michele Petrucci, Grazia Lobaccaro, e Giuseppe Bazzani. Collaborai con loro e la Magic Press. Un libretto per l’opera teatrale della Manon Lescaut, una storia breve per Quebrada e soprattutto Road’s End, il mio primo rimo lavoro lungo. Un impegno vero. 96 pagine in 3 volumetti, che mi ha permesso di presentarmi in modo credibile presso nuovi editori. In quel periodo Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni stavano per rivoluzionare il mercato con una serie di prodotti made in Italy che si riveleranno vere e proprie fucine di nuovi talenti. Iniziava una nuova epoca per LancioStory e Skorpio e soprattutto iniziava l’epoca di John Doe.  Approdo in Editoriale Eura nel 2001 e inizio a lavorare con Bartoli su mini e storie brevi per le suddette ammiraglie della casa editrice, finché non vengo promosso sui bonellidi, Detective Dante prima e John Doe dopo, per i quali disegno vari episodi. Nel 2006 disegno alcuni numeri di Loveless di Brian Azzarello per la Vertigo, Sempre in DC disegno House of Mistery, Greek Street e John Constantine/Hellblazer: Dark Entries sceneggiato da Ian Rankin. Per BD ho disegnato Garrett e una miniserie de Il Corvo, sceneggiati da Roberto Recchioni.
GI Joe/Cobra per IDW. The Mission per Image. Un annual di Detective Comics per DC. Nancy Drew and the Hardy Boys per Dynamite, le matite per Spider Man: Family Business, per Marvel,. Ho lavorato per Dark Horse su Briggsland e su una mini di Alien che non ha mai visto la luce. Tra un fumetto americano e l’altro, inizio a pubblicare anche per Sergio Bonelli Editore con la nuova serie Orfani di Recchioni/Mammucari, poi vengo “promosso” su Dylan Dog. Ho disegnato un Color Fest e due albi intensissimi, uno insieme a Carlo Ambrosini e uno sceneggiato da Paola Barbato. Ho disegnato Il Ragazzo Invisibile, dal film del premio Oscar Gabriele Salvatores, per Panini, Le voci dell’Acqua per Feltrinelli, le matite per l’incontro del secolo tra Dylan Dog e Batman, con e per il prode Gigi Cavenago, su sceneggiatura di Recchioni.
Insieme a James Tynion IV ho dato il via all’avventura di Something Is Killing The Children per BOOM! Studios, che si sta rivelando un viaggio incredibile. Da mini è diventata maxi serie, per poi toccare le centomila copie a episodio, generando la serie spin-off House of Slaughter, special annuali e, soprattutto, l’opzione per una serie live-action prodotta a realizzata da Netflix. Nel frattempo mi è capitato di vincere anche qualche premio, cosa di cui sono immensamente grato. Ho ricevuto il Boscarato, come “miglior copertinista” per Il Corvo. Ho vinto prima il Premio Coco di Etna Comics e poi il Gran Guinigi a Lucca come “miglior disegnatore”, e infine quello per la “miglior serie” per Something is Killing the Children che ha portato sia me che James a ricevere il prestigioso Eisner Award. È strano rileggere la mia carriera fino a qui. Mai avrei creduto che questa strada fatta di pagine disegnate mi avrebbe portato dove sono ora, in questo esatto punto davanti ad una mostra a me dedicata dall’ARF! Festival. Una mostra per la quale sto scrivendo questa bio. Sicuramente ho un sacco di gente da ringraziare e alla quale offrire da bere. Con alcuni mi verrà facile, con altri sarà un po’ più difficile.


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I segni ruvidi, potentissimi, che scolpiscono il bianco e il nero nell’arte di Werther Dell’Edera, saranno per la prima volta in mostra nella Capitale durante i tre giorni di ARF! Festival!


MATTATOIO è il racconto visivo di un artista che ha ottenuto i più importanti riconoscimenti internazionali mettendo in scena l’amore, la violenza, il dolore, la bellezza e il terrore, grazie a uno stile che unisce suggestioni giapponesi e americane pur restando sempre fortemente europeo.




dall’introduzione alla mostra, firmata da
James Tynion IV


Sapevamo che SOMETHING IS KILLING THE CHILDREN sarebbe stato un horror, ma avrebbe richiesto anche molta azione e attenzione verso i drammi umani. Ci sono molti artisti che riescono a cogliere perfettamente alcuni di questi aspetti, ma non quel perfetto punto d’incontro che cercavamo per far funzionare la storia. Allora il mio editor mi ha inoltrato un’ultima serie di tavole di diversi artisti. Il lavoro di Werther Dell’Edera si è distingueva tra tutti dal primo momento in cui l’ho visto. Mi sono innamorato di quanto fossero espressivi i suoi personaggi, cosa che sapevo sarebbe stata cruciale per la storia che avevo in mente. Non puoi realizzare un fumetto horror se non riesci a rappresentare veramente la paura di un personaggio. (…) Ad oggi, non credo che la serie avrebbe avuto il successo che sta avendo se Werther non avesse inventato proprio quella bandana per Erica Slaughter, trasformandola immediatamente in uno dei personaggi più iconici di questi anni. Werther Dell’Edera è, molto semplicemente, uno dei migliori disegnatori di fumetti al mondo, e sono incredibilmente onorato di poter lavorare con lui.


Un’occasione unica per poter ammirare dal vivo le sperimentazioni pittoriche legate ai tokusatsu (Ultraman) e al mondo dei supereroi (Batman), la rivoluzione del linguaggio del fumetto popolare passata per il suo lavoro in Sergio Bonelli Editore (Orfani, Dylan Dog) fino ad arrivare alla consacrazione mondiale ottenuta con la serie Something is Killing the Children, creata insieme a James Tynion IV e campione di vendite in procinto di diventare un serial televisivo, prodotto da Netflix e realizzato dagli autori di Dark.

L’arte di Werther Dell’Edera è in mostra all’ARF!, il Festival del Fumetto al Mattatoio di Roma dal 12 al 14 maggio 2023



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L’autore incontrerà il pubblico nei tre giorni di ARF! e sarà presente in


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Werther Dell’Edera

Una presentazione in prima persona


Mi chiamo Werther Dell’edera e disegno fumetti.
Faccio il disegnatore da 22 anni e incredibilmente non sono morto di stenti. Ma andiamo con ordine. Sono nato a Bari nel 1975. Per un periodo, Peppe Barbati mi ha ospitato nel suo studio, lui sapeva a cosa andava incontro e io non lo ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che ha fatto e mi ha insegnato. Dopo quella parentesi fantastica, ho passato diverso tempo tribolando tra studi e tavole di prova che andavano male, invariabilmente. Facevo prove per la Bonelli, per Il Giornalino, per Lazarus Ledd, e ogni volta la sola cosa che ottenevo era un buco nell’acqua. Stanco di non ottenere i risultati sperati, iniziai a lavorare in aeroporto a Bari, per guadagnare qualche soldo come commesso presso una ditta che gestiva i duty paid e i duty free. Periodo interessante. Fortunatamente non smisi mai di disegnare e finalmente qualcosa iniziò a muoversi grazie al gruppo Innocent Victim, nelle persone di Matteo Casali, Giuseppe Camuncoli, Michele Petrucci, Grazia Lobaccaro, e Giuseppe Bazzani. Collaborai con loro e la Magic Press. Un libretto per l’opera teatrale della Manon Lescaut, una storia breve per Quebrada e soprattutto Road’s End, il mio primo rimo lavoro lungo. Un impegno vero. 96 pagine in 3 volumetti, che mi ha permesso di presentarmi in modo credibile presso nuovi editori. In quel periodo Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni stavano per rivoluzionare il mercato con una serie di prodotti made in Italy che si riveleranno vere e proprie fucine di nuovi talenti. Iniziava una nuova epoca per LancioStory e Skorpio e soprattutto iniziava l’epoca di John Doe.

Approdo in Editoriale Eura nel 2001 e inizio a lavorare con Bartoli su mini e storie brevi per le suddette ammiraglie della casa editrice, finché non vengo promosso sui bonellidi, Detective Dante prima e John Doe dopo, per i quali disegno vari episodi. Nel 2006 disegno alcuni numeri di Loveless di Brian Azzarello per la Vertigo, Sempre in DC disegno House of Mistery, Greek Street e John Constantine/Hellblazer: Dark Entries sceneggiato da Ian Rankin. Per BD ho disegnato Garrett e una miniserie de Il Corvo, sceneggiati da Roberto Recchioni.
GI Joe/Cobra per IDW. The Mission per Image. Un annual di Detective Comics per DC. Nancy Drew and the Hardy Boys per Dynamite, le matite per Spider Man: Family Business, per Marvel,. Ho lavorato per Dark Horse su Briggsland e su una mini di Alien che non ha mai visto la luce. Tra un fumetto americano e l’altro, inizio a pubblicare anche per Sergio Bonelli Editore con la nuova serie Orfani di Recchioni/Mammucari, poi vengo “promosso” su Dylan Dog. Ho disegnato un Color Fest e due albi intensissimi, uno insieme a Carlo Ambrosini e uno sceneggiato da Paola Barbato. Ho disegnato Il Ragazzo Invisibile, dal film del premio Oscar Gabriele Salvatores, per Panini, Le voci dell’Acqua per Feltrinelli, le matite per l’incontro del secolo tra Dylan Dog e Batman, con e per il prode Gigi Cavenago, su sceneggiatura di Recchioni.

Insieme a James Tynion IV ho dato il via all’avventura di Something Is Killing The Children per BOOM! Studios, che si sta rivelando un viaggio incredibile. Da mini è diventata maxi serie, per poi toccare le centomila copie a episodio, generando la serie spin-off House of Slaughter, special annuali e, soprattutto, l’opzione per una serie live-action prodotta a realizzata da Netflix. Nel frattempo mi è capitato di vincere anche qualche premio, cosa di cui sono immensamente grato. Ho ricevuto il Boscarato, come “miglior copertinista” per Il Corvo. Ho vinto prima il Premio Coco di Etna Comics e poi il Gran Guinigi a Lucca come “miglior disegnatore”, e infine quello per la “miglior serie” per Something is Killing the Children che ha portato sia me che James a ricevere il prestigioso Eisner Award. È strano rileggere la mia carriera fino a qui. Mai avrei creduto che questa strada fatta di pagine disegnate mi avrebbe portato dove sono ora, in questo esatto punto davanti ad una mostra a me dedicata dall’ARF! Festival. Una mostra per la quale sto scrivendo questa bio. Sicuramente ho un sacco di gente da ringraziare e alla quale offrire da bere. Con alcuni mi verrà facile, con altri sarà un po’ più difficile.



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