ARF! Festival presenta

il maestro d’oltralpe in mostra all’ARF!

Con il titolo originale di Bella ciao (in Italia A Caro prezzo per Oblomov Edizioni, in tre volumi), negli ultimi anni Baru ci ha consegnato un lungo e struggente memoir familiare sull’immigrazione italiana in Francia, e sul “caro prezzo” che si è costretti a pagare per integrarsi. Non solo: la trilogia è al contempo il racconto dell’origine di Bella ciao come canzone di rivolta, divenuta inno di resistenza conosciuto e cantato in tutto il mondo.
O partigiano, portami via è dunque un prosieguo allegorico non solo nel testo, ma un canto che si trasforma in tavole a fumetti. Nelle quali la Resistenza assurge ad un concetto più assoluto di resistenza umana. Dove le storie degli operai, degli immigrati, dei disgraziati e degli ultimi di ogni coordinata geografica o sociale (non solo francese) incrociano la nostra. Forse più privilegiata.
Se il privilegio che ci è concesso è già il poterle leggere, questa storie.

Il fumettista del Grand Est passa senza soluzione di continuità dal bianco e nero al colore, padroneggiando in maniera eccelsa le tecniche, lavorando con un segno che al suo interno racchiude tanto l’eleganza della bande dessinée quando la dinamicità del manga. Ci sono le rivolte operaie, nei fumetti di Baru; ci sono infiniti rimandi alle sue origini italiane, ci sono le fabbriche, la boxe e la strada. Ci sono suggestioni e odori di barricate, siano esse ambientate nelle banlieue urbane o tra le campagne della Lorena.

O partigiano, portami via parte da L’Autoroute du Soleil e ci porta fino alle ultime tavole di A caro prezzo e Rodina; in questo viaggio simbolico tra disegno e letteratura, le splendide opere originali del maestro d’Oltralpe attraversano L’arrabbiatoGli anni dello SputnikPovere nullità (adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore Pierre Pelot) Pompa i bassi, Bruno!, comprese alcune incursioni del Baru illustratore per copertine di album e manifesti di eventi.

«Letteratura e fumetto non hanno la forza per cambiare il mondo, ma la loro funzione è confortare chi ancora cerca di capire come vanno le cose. Sono una forma di resistenza, un modo per offrire una chiave di lettura del mondo. Cultura e politica sono le due gambe di un corpo in cammino; se una manca, l’altra non va da sola.»

— Baru —

L’autore incontrerà il pubblico di ARF! durante il Festival.
Presto maggiori dettagli nel programma completo.

La mostra
O partigiano, portami via
è in programma durante la X edizione di ARF! il Festival del Fumetto
a Roma, alla Pelanda del Mattatoio (Testaccio) nei giorni 24, 25 e 26 maggio 2024

Acquista il tuo ingresso all’ARF!

Baru, nome d’arte di Hervé Barulea (Thil, 1947), uno dei “padri nobili” della bande dessinée, è nato da padre italiano e madre bretone e cresciuto in un ambiente operaio, trascorrendo gran parte della sua giovinezza nell’atmosfera industriale delle fabbriche; esperienza che influenzerà profondamente il suo lavoro.
La sua carriera artistica comincia a metà degli anni ’70 con la pubblicazione delle sue prime storie a fumetti su Pilote (uno dei principali periodici di fumetti in Francia) e in seguito su L’Écho des Savanes, dove ha potuto esplorare temi più adulti e socialmente impegnati. La sua produzione è infatti caratterizzata da un forte realismo – anche quando delinea personaggi grotteschi – e da una profonda attenzione alle tematiche sociali e politiche; le sue storie esplorano costantemente le vite della classe operaia e dei diseredati, affrontando temi come il lavoro, la povertà, la violenza e l’alienazione sociale, dando così voce alle esperienze e alle preoccupazioni del cosiddetto proletariato.
Nell’arco della sua ricca parabola artistica, ha realizzato Quéquette blues (per Dargaud nel 1984, per Casterman nel 2005; in Italia per Coconino Press nel 2012), La Piscine de Micheville (per Dargaud nel 1985, per Albin Michel nel 1993), La Communion du Mino (Futuropolis, 1985), Vive la classe! (Futuropolis, 1987), Cours, camarade! (Albin Michel, 1988), Le Chemin de l’Amérique sui testi di Jean-Marc Thévenet (per Albin Michel nel 1990, per Casterman nel 1998; in Italia con il titolo Verso l’America per Coconino Press, 2002).
Con L’Autoroute du soleil Baru segna un traguardo molto importante della propria carriera, che lo consacra come come uno dei grandi Maestri del fumetto internazionale: pubblicato originariamente in Giappone per la casa editrice Kodansha sulla pagine di Comic Morning, le diverse versioni europee di questo “road movie a fumetti” lo vedono editato in 2 volumi da Casterman nel 1995 e da Coconino Press nel 2000/2001; ne uscirà poi una versione integrale “rimontata e approvata” dall’autore per la collana Graphic Novel allegata a La Repubblica, che da quel momento diventerà la versione definitiva, così come nella successive ristampe in volume unico di Coconino Press.
Seguiranno Sur la route encore (Casterman, 1997; in Italia Sulla strada ancora per Oblomov, 2017), Bonne année (Casterman, 2000), Les Années Spoutnik (Casterman 1999/2003; in Italia Gli anni dello Sputnik per Kappa Edizioni in 4 volumi dal 2002 al 2004; per Coconino Press in volume unico nel 2011; per Oblomov nel 2017), L’Enragé (Dupuis, 2004/2006; in Italia L’arrabbiato per Coconino Press in 2 volumi, 2005/2006), Pauvres Zhéros con l’adattamento e la sceneggiatura di Pierre Pelot (Casterman, 2008; in Italia Povere nullità per Coconino Press, 2010), Fais péter les basses, Bruno (Futuropolis, 2010; in Italia Pompa i bassi, Bruno! per Coconino Press, 2011), Canicule, adattamento di un romanzo di Jean Vautrin (Casterman, 2013; in Italia La canicola per Coconino Press, 2014).
La sua ultima opera è la saga in tre volumi Bella ciao (Futuropolis, 2020/2022; A caro prezzo per Oblomov Edizioni) a cui – a fine novembre del 2003 – è seguito anche lo spin-off Rodina, ancora inedito in Italia.
Tradotto e pubblicato in decine di paesi del mondo, tra i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti durante il suo lungo percorso fumettistico, nel 2010 Baru ha vinto il prestigioso Grand Prix de la Ville d’Angoulême alla carriera.

Le mostre di ARF! Festival 2024

Baru

O PARTIGIANO, PORTAMI VIA

Con il titolo originale di Bella ciao (in Italia A Caro prezzo per Oblomov Edizioni, in tre volumi), negli ultimi anni Baru ci ha consegnato un lungo e struggente memoir familiare sull’immigrazione italiana in Francia, e sul “caro prezzo” che si è costretti a pagare per integrarsi. Non solo: la trilogia è al contempo il racconto dell’origine di Bella ciao come canzone di rivolta, divenuta inno di resistenza conosciuto e cantato in tutto il mondo.
O partigiano, portami via è dunque un prosieguo allegorico non solo nel testo, ma un canto che si trasforma in tavole a fumetti. Nelle quali la Resistenza assurge ad un concetto più assoluto di resistenza umana. Dove le storie degli operai, degli immigrati, dei disgraziati e degli ultimi di ogni coordinata geografica o sociale (non solo francese) incrociano la nostra. Forse più privilegiata.
Se il privilegio che ci è concesso è già il poterle leggere, questa storie.

Il fumettista del Grand Est passa senza soluzione di continuità dal bianco e nero al colore, padroneggiando in maniera eccelsa le tecniche, lavorando con un segno che al suo interno racchiude tanto l’eleganza della bande dessinée quando la dinamicità del manga. Ci sono le rivolte operaie, nei fumetti di Baru; ci sono infiniti rimandi alle sue origini italiane, ci sono le fabbriche, la boxe e la strada. Ci sono suggestioni e odori di barricate, siano esse ambientate nelle banlieue urbane o tra le campagne della Lorena.
O partigiano, portami via parte da L’Autoroute du Soleil e ci porta fino alle ultime tavole di A caro prezzo e Rodina; in questo viaggio simbolico tra disegno e letteratura, le splendide opere originali del maestro d’Oltralpe attraversano L’arrabbiatoGli anni dello SputnikPovere nullità (adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore Pierre Pelot) Pompa i bassi, Bruno!, comprese alcune incursioni del Baru illustratore per copertine di album e manifesti di eventi.

«Letteratura e fumetto non hanno la forza per cambiare il mondo, ma la loro funzione è confortare chi ancora cerca di capire come vanno le cose. Sono una forma di resistenza, un modo per offrire una chiave di lettura del mondo. Cultura e politica sono le due gambe di un corpo in cammino; se una manca, l’altra non va da sola.»

— Baru

L’autore incontrerà il pubblico di ARF! durante il Festival.

Presto maggiori dettagli nel programma completo.

La mostra O partigiano, portami via
è in programma durante la X edizione di ARF! il Festival del Fumetto
a Roma, alla Pelanda del Mattatoio (Testaccio) nei giorni 24, 25 e 26 maggio 2024
Acquista il tuo ingresso all’ARF!

Baru, nome d’arte di Hervé Barulea (Thil, 1947), uno dei “padri nobili” della bande dessinée, è nato da padre italiano e madre bretone e cresciuto in un ambiente operaio, trascorrendo gran parte della sua giovinezza nell’atmosfera industriale delle fabbriche; esperienza che influenzerà profondamente il suo lavoro.
La sua carriera artistica comincia a metà degli anni ’70 con la pubblicazione delle sue prime storie a fumetti su Pilote (uno dei principali periodici di fumetti in Francia) e in seguito su L’Écho des Savanes, dove ha potuto esplorare temi più adulti e socialmente impegnati. La sua produzione è infatti caratterizzata da un forte realismo – anche quando delinea personaggi grotteschi – e da una profonda attenzione alle tematiche sociali e politiche; le sue storie esplorano costantemente le vite della classe operaia e dei diseredati, affrontando temi come il lavoro, la povertà, la violenza e l’alienazione sociale, dando così voce alle esperienze e alle preoccupazioni del cosiddetto proletariato.
Nell’arco della sua ricca parabola artistica, ha realizzato Quéquette blues (per Dargaud nel 1984, per Casterman nel 2005; in Italia per Coconino Press nel 2012), La Piscine de Micheville (per Dargaud nel 1985, per Albin Michel nel 1993), La Communion du Mino (Futuropolis, 1985), Vive la classe! (Futuropolis, 1987), Cours, camarade! (Albin Michel, 1988), Le Chemin de l’Amérique sui testi di Jean-Marc Thévenet (per Albin Michel nel 1990, per Casterman nel 1998; in Italia con il titolo Verso l’America per Coconino Press, 2002).
Con L’Autoroute du soleil Baru segna un traguardo molto importante della propria carriera, che lo consacra come come uno dei grandi Maestri del fumetto internazionale: pubblicato originariamente in Giappone per la casa editrice Kodansha sulla pagine di Comic Morning, le diverse versioni europee di questo “road movie a fumetti” lo vedono editato in 2 volumi da Casterman nel 1995 e da Coconino Press nel 2000/2001; ne uscirà poi una versione integrale “rimontata e approvata” dall’autore per la collana Graphic Novel allegata a La Repubblica, che da quel momento diventerà la versione definitiva, così come nella successive ristampe in volume unico di Coconino Press.
Seguiranno Sur la route encore (Casterman, 1997; in Italia Sulla strada ancora per Oblomov, 2017), Bonne année (Casterman, 2000), Les Années Spoutnik (Casterman 1999/2003; in Italia Gli anni dello Sputnik per Kappa Edizioni in 4 volumi dal 2002 al 2004; per Coconino Press in volume unico nel 2011; per Oblomov nel 2017), L’Enragé (Dupuis, 2004/2006; in Italia L’arrabbiato per Coconino Press in 2 volumi, 2005/2006), Pauvres Zhéros con l’adattamento e la sceneggiatura di Pierre Pelot (Casterman, 2008; in Italia Povere nullità per Coconino Press, 2010), Fais péter les basses, Bruno (Futuropolis, 2010; in Italia Pompa i bassi, Bruno! per Coconino Press, 2011), Canicule, adattamento di un romanzo di Jean Vautrin (Casterman, 2013; in Italia La canicola per Coconino Press, 2014).
La sua ultima opera è la saga in tre volumi Bella ciao (Futuropolis, 2020/2022; A caro prezzo per Oblomov Edizioni) a cui – a fine novembre del 2003 – è seguito anche lo spin-off Rodina, ancora inedito in Italia.
Tradotto e pubblicato in decine di paesi del mondo, tra i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti durante il suo lungo percorso fumettistico, nel 2010 Baru ha vinto il prestigioso Grand Prix de la Ville d’Angoulême alla carriera.

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